tecniche cartomagiche
stavo con il mazzo in mano al pensatoio e mi sono reso conto di una cosa:
USO SEMPRE LE STESSE TECNICHE
stessa forzatura stesso pass (anche se lo uso poco) stesso controllo etc...
capita anche a voi?
USO SEMPRE LE STESSE TECNICHE
stessa forzatura stesso pass (anche se lo uso poco) stesso controllo etc...
capita anche a voi?
Re: tecniche cartomagiche
Assolutamente sì.
Credo che dopo un pò di tempo sia normale creare una sorta di arsenale di tecniche da usare, difficilmente una volta trovate quelle efficaci si cambieranno.
Credo che dopo un pò di tempo sia normale creare una sorta di arsenale di tecniche da usare, difficilmente una volta trovate quelle efficaci si cambieranno.
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Life's a laugh and death's a joke, it's true. You'll see it's all a show. Keep 'em laughing as you go.
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Re: tecniche cartomagiche
Si normale...problema sopratutto per forzature e controlli...Però ho sempre paura che il pubblico si insospettisca quando si eseguono più giochi...es 2 forzature. Quindi vedo di variare per quel che posso
Re: tecniche cartomagiche
Concordo assololutamente!!David ha scritto:Assolutamente sì.
Credo che dopo un pò di tempo sia normale creare una sorta di arsenale di tecniche da usare, difficilmente una volta trovate quelle efficaci si cambieranno.
Re: tecniche cartomagiche
Juz,
secondo me basta sapere 2 o 3 applicazioni diverse di una stessa tecnica (Ovvero, fare controlli diversi, foruzature diverse, non sempre le stesse).
Poi se per piacere tuo vuoi espandere la tua conoscenza in tecnica (come piace fare a me ) ovviamente ricerca, ricerca e ricerca...
Ma penso che basti non fare vedere sempre la stessa "mossa" ai laymen e sei a posto!
Io, almeno, faccio così e va sempre benissimo!
Manfri
secondo me basta sapere 2 o 3 applicazioni diverse di una stessa tecnica (Ovvero, fare controlli diversi, foruzature diverse, non sempre le stesse).
Poi se per piacere tuo vuoi espandere la tua conoscenza in tecnica (come piace fare a me ) ovviamente ricerca, ricerca e ricerca...
Ma penso che basti non fare vedere sempre la stessa "mossa" ai laymen e sei a posto!
Io, almeno, faccio così e va sempre benissimo!
Manfri
Re: tecniche cartomagiche
invece secondo me usare le stesse tecniche ALLE VOLTE lo trovo più efficace poichè lo spettatore non si domanda per esempio: come mai prima mi ha fatto dire stop e adesso la prendo dove voglio io?
Re: tecniche cartomagiche
Hai fatto bene a dire "alle volte"... per le forzature come dici tu lo spettatore potrebbe avere qualche dubbio...Magotoni ha scritto:invece secondo me usare le stesse tecniche ALLE VOLTE lo trovo più efficace poichè lo spettatore non si domanda per esempio: come mai prima mi ha fatto dire stop e adesso la prendo dove voglio io?
- Giovanni B.
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Re: tecniche cartomagiche
Sino ad un anno fa questi erano i discorsi che mi facevo anche io.
Ora sono di tutt'altro parere.
Sono semplicemente giunto alla conclusione che quando noi giustifichiamo qualsiasi tecnica in un'azione (movimento del corpo all'indietro, far finta di non capire e chiedere di ripetere portando in avanti la testa e l'orecchio, etc..etc...) non dobbiamo curarci più di quale tecnica o quale controllo stiamo eseguendo.
Fa parte dei movimenti del corpo, tutto lì. "E' tutto qui?" Secondo me, sì.
Ora come ora, a parere mio... portare il discorso sulle tecniche è un pochettino come pensare che "si veda solo quello", nel senso che ci sia il rischio che lo spettatore si concentri solo sulla tecnica.
Se avete di queste preoccupazioni, significa che avete una forte concezione di quello che è la tecnica ma meno della misdirection necessaria per "piazzarla". Chi di voi ha letto i 5 punti della magìa provi a ricordarsi quello che diceva Tamariz...
Credo che all'interno di una routine ci sia tutto il tempo necessario per introdurre false piste, movimenti ampi del corpo, "str***ate verbali" per diluire il tutto.
Occhio che non parlo di showmanship... questo è un altro discorso.
Si tratta proprio di non prendere la tecnica per pura e semplice esecuzione manipolatoria, ma per tutto ciò che la contorna.
Ovvio quindi che quello su cui maggiormente lavoriamo salta fuori.
Se si da troppa enfasi alle cose sbagliate restano queste nella testa dello spettatore.
Voi parlate di controlli giustamente, però posso dire che con il nostro admin un giorno invernale, chiacchieravo proprio di questo. E mi ha aperto gli occhi nel vedere come controllava una carta in cima semplicemente rimettendo il mazzetto con la carta dello spettatore, in cima, sbattendolo.
Come ha fatto? Velocità di mano? No... mi ha guardato negli occhi.
Cosa mi ricordo di preciso? Il colpo che ha dato per tagliare il mazzo.
Quel suono mi è bastato per mettermela lì... QUESTA E' TECNICA! L'altro è tecnicismo.
Non mi vergogno ad ammetterlo.
Io, che mi esercito sui pass... "fregato" così. Enormemente felice, grande lezione.
Vi riporto una chicca da una conferenza di Roberto Giobbi tenuta al CADM (non sono parole testuali ma la mia personale interpretazione...):
"Se siamo in grado all'inizio di presentare effetti dove le condizioni sono davvero impossibili (dal punto di vista del controllo, del riposizionamento della carta nel mazzo, nella pulizia dei gesti) ci siamo aperti la strada per usare i controlli più sporchi del mondo che lo spettatore sino alla fine avrà ancora il presentimento iniziale, ossia della totale impossibilità della cosa".
Questa sarebbe bastata il costo della conferenza.
Avete aperto un discorso eccezionale e mi piacerebbe continuare a leggerne di più.
Ora sono di tutt'altro parere.
Sono semplicemente giunto alla conclusione che quando noi giustifichiamo qualsiasi tecnica in un'azione (movimento del corpo all'indietro, far finta di non capire e chiedere di ripetere portando in avanti la testa e l'orecchio, etc..etc...) non dobbiamo curarci più di quale tecnica o quale controllo stiamo eseguendo.
Fa parte dei movimenti del corpo, tutto lì. "E' tutto qui?" Secondo me, sì.
Ora come ora, a parere mio... portare il discorso sulle tecniche è un pochettino come pensare che "si veda solo quello", nel senso che ci sia il rischio che lo spettatore si concentri solo sulla tecnica.
Se avete di queste preoccupazioni, significa che avete una forte concezione di quello che è la tecnica ma meno della misdirection necessaria per "piazzarla". Chi di voi ha letto i 5 punti della magìa provi a ricordarsi quello che diceva Tamariz...
Credo che all'interno di una routine ci sia tutto il tempo necessario per introdurre false piste, movimenti ampi del corpo, "str***ate verbali" per diluire il tutto.
Occhio che non parlo di showmanship... questo è un altro discorso.
Si tratta proprio di non prendere la tecnica per pura e semplice esecuzione manipolatoria, ma per tutto ciò che la contorna.
Ovvio quindi che quello su cui maggiormente lavoriamo salta fuori.
Se si da troppa enfasi alle cose sbagliate restano queste nella testa dello spettatore.
Voi parlate di controlli giustamente, però posso dire che con il nostro admin un giorno invernale, chiacchieravo proprio di questo. E mi ha aperto gli occhi nel vedere come controllava una carta in cima semplicemente rimettendo il mazzetto con la carta dello spettatore, in cima, sbattendolo.
Come ha fatto? Velocità di mano? No... mi ha guardato negli occhi.
Cosa mi ricordo di preciso? Il colpo che ha dato per tagliare il mazzo.
Quel suono mi è bastato per mettermela lì... QUESTA E' TECNICA! L'altro è tecnicismo.
Non mi vergogno ad ammetterlo.
Io, che mi esercito sui pass... "fregato" così. Enormemente felice, grande lezione.
Vi riporto una chicca da una conferenza di Roberto Giobbi tenuta al CADM (non sono parole testuali ma la mia personale interpretazione...):
"Se siamo in grado all'inizio di presentare effetti dove le condizioni sono davvero impossibili (dal punto di vista del controllo, del riposizionamento della carta nel mazzo, nella pulizia dei gesti) ci siamo aperti la strada per usare i controlli più sporchi del mondo che lo spettatore sino alla fine avrà ancora il presentimento iniziale, ossia della totale impossibilità della cosa".
Questa sarebbe bastata il costo della conferenza.
Avete aperto un discorso eccezionale e mi piacerebbe continuare a leggerne di più.
tu ti sei dimenticato di me... uffi
Re: tecniche cartomagiche
Immagino che avete sentito
"Poco ma fatto bene"
Non fa male ripetere queste domande,ne abbiamo parlato nei post.
"Poco ma fatto bene"
Non fa male ripetere queste domande,ne abbiamo parlato nei post.
Re: tecniche cartomagiche
anche perchè, tecnicamente parlando, c'è molto poco da imparare!
poi saperlo fare è un altra cosa ma le tecniche si raggruppano tutte negli stessi 3 o 4 campi
poi saperlo fare è un altra cosa ma le tecniche si raggruppano tutte negli stessi 3 o 4 campi
Re: tecniche cartomagiche
Ovviamente il discorso da fare sarebbe molto lungo, le tecniche, io lo dico da tanto sono un mezzo, ma la magia è fatta di Obiettivi, quindi appare scontato che il fine giustifica i mezzi, infatti la tecnica dovrebbe essere invisibile, e siccome evidentemente il pubblico paga per ciò che vede piuttosto che per cio che nn vede, la semplicità di esecuzione e l'economia di movimewnti dovrebbero essere il mezzo tecnico giusto da imparare. Questo come discorso generale, esiste poi un discorso piu preciso da fare e li entriamo nel personale, cosa cerchiamo noi dalla magia, qual'è il nostro piacere, un desiderio nasce da una privazione, e noi dove vincoliamo la nostra emotivià e come ci rapportiamo alla magia? Il discorso precentemente fatto da me vale per coloro che lavorano con il pubblico, ma molti di voi hanno la libidine della tecnica, e nn è sbagliato in se, ma è un approccio possibile, nn l'unico, ma un approccio. io amo creare giochi, per scriverli e condividerli con altri maghi, le tecniche che io uso sono gran parte di mia creazione e le altre modifiche di esistenti, ma anche la mia è una scelta, condivisibile da alcuni da altri no. Ovviamente si puo lavorare in close up professionalemnte anche imparando dailla prima parte del libro di page (e nn dico nemmeno mark wilson) ma la domanda qual'è? E' sempre la stessa,..rispondetevi da soliMago.Juz ha scritto:anche perchè, tecnicamente parlando, c'è molto poco da imparare!
poi saperlo fare è un altra cosa ma le tecniche si raggruppano tutte negli stessi 3 o 4 campi
“Se sognare un po’ è pericoloso, il rimedio non è sognare di meno ma sognare di più, sognare tutto il tempo.”
(Marcel Proust).
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